白龙鱼服 – Una storia da pescatore

Maggio 2, 2012 at 6:14 PM (Chengyu) (, )

“bái lóng yú fú” – Il drago bianco nelle vesti di pesce

Nello Shuoyuan1 si trova la storia del Drago bianco del mare Orientale. Si racconta che in questo mare vivesse un drago bianco e, avendo il drago trascorso molti anni in quelle acque e non conoscendo come fosse il mondo degli uomini, in cuor suo decise che sarebbe andato fra gli uomini a vedere di persona. Tuttavia, non era proprio possibile recarsi in mezzo alla gente con l’aspetto e il corpo di un drago. Gli uomini non hanno mai visto i draghi e non conoscono il loro aspetto ma, nonostante ciò, sono molto intimidìti da queste creature. Se un vero drago dovesse uscire allo scoperto, la gente ne sarebbe tremendamente impaurita. Così il drago bianco pensò a un soluzione e, per non mostrare il suo vero aspetto, si trasformò in un pesce. La gente è abituata a vedere i pesci ogni giorno, perciò una volta trasformato in pesce, il drago pensò che avrebbe potuto nuotare a giro lungo il fiume e osservare con tranquillità il mondo degli uomini.

Il drago bianco si trasformò in un pesce e dal mare Orientale nuotò fino a un grande fiume e da questo arrivò poi fino a un lago. Il mondo degli uomini presentava molti aspetti diversi, persone di ogni tipo e di ogni forma, uomini e donne. Così, per osservare meglio, il drago spesso saltava fuori dall’acqua. Questo, però, portò a un incidente. A quel tempo, sulla sponda del lago, veniva a pescare un uomo la cui tecnica era molto particolare. Questo pescatore non usava le reti o la canna da pesca, e nemmeno si faceva aiutare dai cormorani, ma se ne stava sulla sponda del lago a guardare con attenzione l’acqua e, una volta individuato un pesce, lo colpiva con una freccia. La sua vista era estremamente acuta, riusciva a distinguere un pesce a più di mezzo metro di profondità e, non appena lo vedeva, era in grado di centrarlo con l’arco e le frecce. Anche quel giorno il pescatore si era recato al lago. Appena vide quel meraviglioso pesce che saltava in alto fuori dall’acqua pensò che fosse un dono del cielo! Così, tirò fuori una freccia, piegò l’arco e, guardando il suo bersaglio, fece partire il colpo. Il drago bianco non si immaginava certo di incontrare un uomo simile e così la freccia lo colpì sulla coda, procurandogli una brutta ferita. Allora il drago si gettò di corsa sul fondo del lago e, riprendendo la sua forma originale, scappò via il più in fretta possibile.

Dopo che fu scappato, il drago bianco provò una gran rabbia per quell’uomo che aveva scoccato la freccia e pensò: lui ha osato ferirmi con i suoi colpi, io per questo dovrò punirlo severamente. In fretta, quindi, si recò al cospetto dell’Imperatore Celeste e gli raccontò il torto subito. Questi, sentito il problema, chiese: «Ma tu non sei il drago bianco del mare Orientale? Come ha potuto un uomo colpirti con una freccia nei pressi di un lago?» Il drago rispose: «Beh, in quel momento non avevo l’aspetto di un drago, mi ero trasformato in un pesce.» «Quell’uomo viene da una famiglia di pescatori e ogni giorno si reca sul lago per catturare i pesci con le sue frecce. Tu ti sei trasformato in un pesce e lui non poteva certo saperlo, il fatto che abbia scoccato la sua freccia contro di te è una cosa inevitabile e giustificata. Per quanto mi riguarda, non c’è motivo di punire quell’uomo.» Così parlò l’Imperatore Celeste, ma il drago chiese: «Ma io sono stato ferito, dovrei forse fare finta di niente?» L’Imperatore allora rispose: «Certo che no, la prossima volta devi fare più attenzione!»

Erbetta: «Costui che va a pescare al lago con arco e frecce e si vanta di aver colpito nientemeno che un drago… La morale della storia è che i pescatori sono davvero i più grandi storiellografi del mondo, senza dubbio!»
Traduttore: «In effetti… Però questo modo di dire si usa per indicare un nobile o un gran signore che nasconde il suo rango e va in giro in abiti normali. A volte, però, si usa anche per mettere in guardia contro i pericoli di una cosa del genere.»

Note del Traduttore

1 Lo Shuoyuan (说苑 – Shuōyuàn), che letteralmente si può tradurre come “giardino di racconti”, è una raccolta di antiche storie compilata da Liu Xiang (刘向 – Liú Xiàng). Questi fu uno studioso Confuciano vissuto all’epoca della dinastia Han, fra il 79 e il 9 a.C., ed ebbe un ruolo importante nel compilare il primo catalogo della biblioteca imperiale.

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