守株待兔 – L’albero fortunato

settembre 30, 2010 at 9:44 am (Chengyu, Storie buffe) ()

“shǒu zhū dài tù” – Far la guardia a un tronco aspettando i conigli

Tanto tempo fa, nel regno di Song1 viveva un contadino che un giorno, mentre era nei campi a lavorare, vide passare di corsa un coniglio. L’animale, un po’ confuso, andò correndo a sbattere contro il tronco di un albero e si ruppe l’osso del collo.

Il contadino, che aveva osservato tutta la scena, si accorse che il coniglio non si muoveva più e capì che l’urto con il tronco l’aveva ucciso. Subito recuperò la bestiola e andò a venderla al mercato.

Mentre rientrava a casa, il contadino contemplava il gruzzolo di monete che aveva così facilmente guadagnato e pensò che in quel modo, catturando un coniglio al giorno, sarebbe diventato ricco senza più faticare.

Così il giorno dopo tornò al suo campo ma, invece di lavorare, si mise seduto accanto all’albero su cui il giorno prima aveva sbattuto il coniglio. In quella posizione, passò tutto il tempo a osservare il tronco dell’albero in attesa che arrivasse un altro coniglio. Quel giorno però non ne vide passare nemmeno uno e lo stesso accadde i giorni successivi.

In compenso, le erbacce coprirono i campi non più lavorati.

Erbetta: «Quel contadino doveva essere ben sfortunato, il suo metodo funziona. Io aspetto ogni giorno che per caso compaiano delle storie sul mio schermo e ogni giorno ne trovo una!»
Traduttore: «Ma tu guarda il caso! Comunque la morale della storia è che non si può stare sempre con le mani in mano aspettando un colpo di fortuna».

Note del traduttore

1 Alcune informazioni sul regno di Song si trovano fra le note di quest’altra storiella.

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一路平安 – Grazie, Lin

settembre 29, 2010 at 10:28 am (Appunti) ()

“yí lù píng ān” – Buon viaggio

Ieri un’amica è partita per ritornare a casa, in Cina. Lin è stata la prima insegnante che ho conosciuto all’Istituto Confucio, ed è stata lei a prestarmi il primo libro di chengyu. In questi due anni mi ha prestato e regalato molti altri libri di storie, facendoli arrivare all’Istituto o comprandoli lei direttamente nei brevi periodi in cui tornava in Cina.

Questa volta non so quando la rivedrò, il suo lavoro qui è finito ed è probabile che non torni in Italia nei prossimi anni.

Così alcuni giorni fa è venuta a trovarmi e ci siamo scambiati dei regali. Lasciando l’Istituto ha potuto prendere per sè alcuni libri, fra questi i libri di storie, che sono diventati il mio regalo. Non avrei potuto immaginare un dono più azzeccato!

E’ passata una settimana da quando ho iniziato a scrivere questo blog. Fino ad ora sono riuscito a tradurre una storia al giorno ma temo che non riuscirò a tenere questo ritmo a lungo (anche perchè nessuno mi corre dietro con una scure, Erbetta a parte).

Di sicuro i libri di Lin rendono il mio compito più facile.

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南辕北辙 – L’uomo in carrozza

settembre 28, 2010 at 10:29 am (Chengyu, Storie buffe) ()

“nán yuán běi zhé” – Dirigersi a nord per andare a sud

C’era una volta un uomo che, camminando lungo la strada, vide un amico a bordo di una carrozza che correva nella sua direzione. L’uomo allora chiamò l’amico, che si fermò, e gli chiese dove era diretto.

Il suo amico rispose: «Sto andando nel regno di Chu1 per degli affari».
A quelle parole l’uomo rimase un po’ perplesso e disse: «Stai sbagliando, il regno di Chu si trova a sud mentre tu stai andando verso nord. In questo modo come pensi di raggiungere il regno di Chu?»

L’amico prontamente rispose: «Non c’è problema, il mio cavallo può correre molto veloce».
L’uomo ancora non riusciva a capire e disse: «Ma questa non è la strada che porta al regno di Chu! Il tuo cavallo può correre quanto vuole ma non riuscirà mai a raggiungere il regno di Chu, no?»

L’amico non si scompose affatto e replicò: «Non vedo cosa ci sia da temere! Sto portando con me molti soldi».
L’uomo sulla strada scosse la testa allibito: «Se la strada è sbagliata, portarti dietro un sacco di soldi a che può servire?»

L’amico disse: «Devi sapere che l’abilità del mio guidatore nel portare le carrozze è davvero notevole!»
L’uomo sospirò sconfortato e disse: «Questa senza dubbio è una buona cosa ma, andando nella direzione sbagliata, più sono buone le condizioni del tuo viaggio e più ti allontani dal regno di Chu!»

Erbetta: «Mio buon traduttore, è curioso che tu mi racconti questa storia proprio oggi che ho deciso di far segare in due tutti gli studiosi di palazzo per raddoppiare la saggezza del Paese».
Traduttore: «
Se l’uomo in carrozza fosse stato re non avrebbe saputo decidere in modo più saggio! Questo chengyu si usa quando si agisce in modo opposto al risultato che si vuole ottenere. Fra condurre una carrozza e un regno non c’è molta differenza, e a volte anche chi è alla guida non è poi così diverso».


Note del Traduttore

1 Per saperne di più del regno di Chu rimando alle note di questa storiella.

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画蛇添足 – La gara di disegno

settembre 27, 2010 at 9:39 am (Chengyu, Storie buffe) ()

“huà shé tiān zú” – Disegnare un serpente e aggiungere i piedi

Nel regno di Chu1, un giorno un nobiluomo, dopo aver offerto quanto dovuto agli antenati, diede una caraffa del vino per le offerte a un gruppo di servitori che lavoravano da lui.  Questi servitori erano un buon numero e ognuno di loro amava molto il vino, così si consultarono fra loro dicendo: «Una caraffa di vino è troppo poco, se ce la dividiamo in parti uguali non ne toccherà più di un sorso a testa e nessuno sarà soddisfatto. Perchè la cosa abbia senso, la caraffa deve essere bevuta da una sola persona!»

Tutti erano d’accordo su questo punto ma nessuno voleva rinunciare a farsi una bevuta, così alla fine uno dei servitori disse: «Facciamo una gara, ognuno di noi disegna per terra la figura di un serpente e il primo che finisce può prendersi la caraffa di vino». L’idea fu accettata all’unanimità, subito tutti presero un bastoncino e iniziarono a disegnare un serpente per terra.

Uno dei servitori disegnò in un batter d’occhio un serpente perfetto. Contento della sua impresa, l’uomo afferrò la caraffa e diede un’occhiata ai sui concorrenti. Vendendo che questi erano ancora indietro coi loro disegni, l’abile servitore si inorgoglì e disse: «Come siete lenti! Prima che voi finiate, ho pure il tempo di fare i piedi al mio serpente». Allora, tenendo con la mano sinistra la caraffa, prese con la destra il bastoncino per disegnare e senza fretta aggiunse al serpente i piedi.

Nel frattempo, però, un secondo servitore finì il suo disegno e, prendendo la caraffa dal primo, disse: «Da quando i serpenti hanno i piedi? Nel tuo disegno ci sono i piedi, perciò non è un serpente. Questo vuol dire che il primo a disegnare per bene un serpente sono stato io e quindi il vino spetta di diritto a me!» Detto ciò, il secondo servitore si scolò la caraffa con grandi e rumorose sorsate.

Traduttore: «Questo modo di dire si usa quando, per voler strafare, si aggiunge anche il superfluo e si rovina quanto già fatto.»
Erbetta: «Ah, dici che devo smettere di fare disegnini sui tuoi appunti?»


Note del Traduttore

1 Il regno di Chu (楚国 – Chǔguó) era situato in un area che corrisponde a una vasta zona della Cina centro-meridionale. Inizialmente col nome di Jing (荆 – Jīng), il regno nasce nell’undicesimo secolo a.C. e termina con la conquista da parte di Qin nel 223 a.C..

Questa storia è riportata negli “Stratagemmi degli Stati Combattenti” 《战国策》 di Liu Xiang.

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争先恐后 – La gara delle carrozze

settembre 26, 2010 at 2:59 PM (Chengyu) (, )

“zhēng xiān kǒng hòu” – Lottare per esser primi e temere di essere ultimi

Durante il periodo delle Primavere e Autunni1, nel regno di Jin2 viveva un guidatore di carrozze molto famoso di nome Wang Liang (王良 – Wáng Liáng). Un giorno il ministro Zhao Xiangzi (赵襄子 – Zhào Xiāngzi) gli chiese di insegnargli la tecnica di guida delle carrozze.

Dopo non molto tempo che studiava, il ministro chiese a Wang Liang di fare una gara con le carrozze. Durante la gara, Zhao Xiangzi cambiò per tre volte cavallo e per tre volte non riuscì a superare il suo insegnante. Zhao Xiangzi era molto arrabbiato e si lamentò con Wang Liang perché non gli aveva insegnato tutti i segreti della sua tecnica.

Allora il maestro disse a Zhao Xiangzi: “io le ho insegnato ogni cosa che so sulla guida delle carrozze, il problema è che Lei non ha messo bene in pratica i miei insegnamenti. Per guidare una carrozza bisogna per prima cosa imbrigliare bene il cavallo così che possa correre agile e veloce; in secondo luogo, i guidatori devono fare costantemente attenzione a come si comporta il cavallo, solo così è possibile andare davvero veloci. Ma, durante il corso di questa gara, quando lei era dietro di me non pensava ad altro che a un modo per raggiungermi mentre quando era di fronte a me aveva sempre paura che fossi io a sorpassarla. Tutta la sua attenzione era su di me, come poteva concentrarsi sul modo di guidare bene? È questo il motivo per cui ha perso.”

Erbetta: «Ho capito, la morale di questa storia è che, quando si vince una gara, bisogna ricordarsi di fare gli sbruffoni!»
Traduttore: «Non credo che sia un comportamento adatto a una regina, comunque questo chengyu si usa per indicare una accesa competizione».


Note del Traduttore

1 Il periodo delle Primavere e Autunni (春秋时代 – chūn qiū shí dài) va dal 770 a.C. al 476 a.C. (secondo altre versioni 454 a.C. o anche 403 a.C.) e corrisponde al primo periodo dei Zhou Orientali. Il nome deriva da “gli Annali delle Primavere e Autunni”, cronache attribuite a Confucio degli avvenimenti di quel periodo. Con la divisione del regno di Jin, termina il periodo delle Primavere e Autunni e inizia quello degli Stati Combattenti (476 a.C. – 221 a.C.).

2 Il regno di Jin (晋国 – Jìnguó) risale all’undicesimo secolo a.C. e ha termine nel 349 a.C.. Il regno era situato al centro della Cina del tempo, nel sud dell’attuale Shanxi. La divisione del regno di Jin nei tre stati di Han, Zhao e Wei segna la fine del periodo delle Primavere e Autunni.

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朝三暮四 – L’uomo delle scimmie

settembre 25, 2010 at 9:27 am (Chengyu, Storie di animali) ()

“zhāo sān mù sì” – al mattino tre e alla sera quattro

Nel regno di Song1 viveva un uomo che si prendeva cura delle scimmie e ne aveva cresciuto un gruppo numeroso. Dopo molti anni che faceva questo lavoro, l’uomo era in grado di capire ogni comportamento delle scimmie e queste d’altra parte avevo imparato a intendere le parole del loro padrone. Anche per questo, l’uomo amava molto le sue scimmie ed era contento di togliere del cibo dalla sua tavola per darlo a loro.

Un giorno però in casa il cibo non fu più sufficiente e l’uomo si rassegnò all’idea di ridurre un po’ la razione destinata alle scimmie. Temeva però che queste non avrebbero accettato il cambiamento e così studiò un espediente. Andò dalle scimmie e per prima cosa disse loro: «Pensavo che ogni giorno potrei dare a ognuna di voi tre grani di miglio la mattina, e poi quattro la sera. Potrebbero bastare?» Le scimmie furono tutte scontente della prospettiva di ricevere così poco e si misero a digrignare i denti per mostrare la loro disapprovazione.

A quel punto, il padrone parlò di nuovo alle scimmie per confonderle e disse: «Tre grani al mattino e quattro alla sera, visto che a voi così non piace, allora sono disposto a cambiare e fare quattro grani al mattino, e poi la sera altri tre. Così dovreste essere soddisfatte!» Sentendo la seconda proposta, le scimmie furono molto contente e scesero a terra compiaciute.

Traduttore: «Questo modo di dire si usava per indicare chi imbrogliava le carte per raggirare gli altri, ma adesso serve per quelle persone che cambiano spesso idea o programma».
Erbetta: «Ora che ci penso, una storia al giorno è troppo poco».
Traduttore: «La regina ha sempre ragione, facciamo due storie… ogni due giorni».


N.d.T. – Note del Traduttore

1 Il regno di Song (宋国 – Sòngguó)  fu uno stato durante il periodo delle Primavere e Autunni (770 a.C. – 476 a.C.).

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刻舟求剑 – L’uomo con la spada

settembre 24, 2010 at 11:02 am (Chengyu, Storie buffe) (, )

“kè zhōu qiú jiàn” – segnare la barca per trovare la spada

Durante il periodo degli Stati Combattenti1, un uomo del regno di Chu attraversava un fiume in barca portando con sé una grande spada. Quando l’imbarcazione raggiunse il centro del corso d’acqua, l’uomo distratto si fece scivolare la spada di mano. Prima che riuscisse ad afferrarla, la spada andò a finire in acqua e sprofondò.

Le altre persone sulla barca si mostrarono dispiaciute per quanto era accaduto ma l’uomo di Chu sembrava avere le idee chiare su cosa fare. Subito tirò fuori un piccolo coltello e con questo fece una tacca sul bordo della barca, in corrispondenza del punto in cui aveva visto affondare la spada. Mentre faceva questa operazione, l’uomo rassicurò tutti dicendo: «Questo è il punto in cui la mia spada è caduta in acqua, devo solo farci un segno per ricordarmene».

Le persone sulla barca non capirono il motivo di quel gesto ma non fecero altre domande.

Quando la barca raggiunse la riva opposta, l’uomo di Chu scese immediatamente in acqua nel punto in cui aveva fatto il segno sulla barca e iniziò a cercare la spada che gli era caduta. Dopo un po’ di tempo passato senza vedere nemmeno l’ombra della sua spada, l’uomo si fermò perplesso e rimuginando fra sé disse: «Possibile che la mia spada non sia caduta qua sotto? Eppure ho fatto il segno proprio in questo punto, perché non riesco a trovarla?».

A quel punto tutte le persone sulla barca scoppiarono a ridere e uno di loro disse: «La barca ha sempre continuato a muoversi mentre la tua spada da quando è affondata è rimasta ferma sul fondo del fiume. Come pensi di ritrovarla adesso?».

Erbetta: «La morale di questa storia è che, se la gente ti ride dietro, forse è il caso di tenere stretta la spada?»
Traduttore: «Non proprio. In realtà questo modo di dire si usa per indicare una persona che si intestardisce in un comportamento stupido».
Erbetta: «Comunque è una storia molto carina, adesso faccio una tacca sul bordo
di plastica dello schermo e così so dove ritrovarla!»


N.d.T. – Note del Traduttore

1 Il periodo degli Stati Combattenti (战国 – Zhànguó) va dal 475 a.C. al 221 a.C., anno in cui la Cina venne unificata dalla dinastia Qin.

Per questa storia mi sono basato su un testo trovato in rete. Il racconto dell’uomo con la spada si trova negli “Annali del signor Lü” 《吕氏春秋》, un insieme di resoconti storici compilato da  Lü Buwei, uomo politico del regno di Qin.

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四字没意 – La prima storia

settembre 23, 2010 at 9:30 am (Chengyu, Storie buffe) (, )

“sì zì méi yì” – Quattro parole senza senso

Tanto tempo fa, nel lontano Regno di Mei1 la gente viveva felice e spensierata. Il paese era infatti governato da una regina molto allegra e il popolo l’amava per questo. Da nord a sud e da est a ovest, sul regno di Erbetta2 non tramontava mai il buonumore. La regina possedeva gioielli, vestiti e carrozze eleganti, ma più di ogni altra cosa amava viaggiare a cavallo per il paese. Ma un giorno accadde che, pur essendo un’abile cavallerizza, perse l’equilibrio e cadde a terra sbattendo la testa. Per fortuna Erbetta aveva la testa molto dura, così si rialzò come se non fosse successo nulla, a parte una buca assai profonda sul selciato, e tornò a casa. Quando andò a dormire si accorse però che qualcosa non andava. Nemmeno uno dei suoi sogni divertenti le recò visita quella notte, anzi ebbe degli incubi terribili!

Nei giorni successivi la situazione non migliorò affatto, al punto che la regina aveva il terrore di addormentarsi. La corte era in subbuglio, dov’era finita la loro amabile regina e chi era quella scorbutica strega irascibile che si aggirava per i corridoi del castello, giorno e notte, senza requie? Fu il Gran Ciambellano di corte, il nobile Mao Shuohua3 a suggerire che la regina doveva aver perso i sogni buoni nella caduta da cavallo. Tutti i servitori si precipitarono allora a cercare lungo la strada i sogni allegri della regina, ma senza successo. E così Erbetta continuò ad aggirarsi notte e giorno per la casa, triste e con la testa mezza vuota.

A quel tempo, nel regno di Mei viveva anche un vecchio studioso che non usciva mai di casa, tranne che per comprare la carta e l’inchiostro di cui aveva bisogno. Il vecchio non parlava molto con la gente, preferiva passare le sue giornate a tradurre antiche storie dai suoi libri polverosi. Un giorno, trovandosi a corto di pennelli, decise di andare in città e per strada incontrò il corteo della regina. Anche se il vecchio studioso conduceva una vita appartata, gli era giunta voce dell’indomabile allegria della sovrana e, incuriosito, si sporse per ammirare quel tanto decantato sorriso. Ma ciò che vide fu soltanto una donna dagli occhi stanchi e con l’espressione triste sul volto. Allora fermò un ufficiale e gliene chiese la ragione. L’ufficiale spiegò che, da quando la regina aveva perso i sogni buoni, la sera andava a letto preoccupata e la mattina si svegliava stanca e meno allegra.

Dopo aver ascoltato il racconto, il vecchio ci pensò un po’ su e decise di andare a parlare alla regina. Venne accolto secondo il cerimoniale di rito e, dopo diverse ore, fu ammesso alla presenza della regina Erbetta che gli chese il motivo della visita. Lui disse: «A volte bastano quattro parole senza senso4 per dire le cose più complicate. Questo capita perchè ci sono storie che vale la pena di raccontare. Io non sono un medico e non so come risolvere il vostro problema, però anche un incontro male assortito potrebbe valere come quattro parole senza senso».
Erbetta rimase un po’ stupita e chiese: «Davvero si può dire una cosa complicata in quattro parole? Mi piacerebbe saperlo fare».

Così il vecchio e saggio traduttore iniziò a raccontare la prima storia. Alla fine, non risolse i problemi di Erbetta ma riuscì a renderla allegra almeno un po’.

Erbetta: «Ogni storia ha una morale, vero? Quindi la morale della nostra storia è che da oggi mi scrivi un racconto ogni mattina».
Traduttore: «Ehm, non sono proprio sicuro che la morale sia quella… ma va bene così»


N.d.T. – Note del Traduttore

1 Il regno di Mei (没国 – Méiguó) è un’invenzione per indicare un “paese che non c’è”. Assonanza a parte, gli Stati Uniti (美国 – Měiguó) non c’entrano nulla.

2 Avrei voluto usare un nome cinese che fosse la traduzione di Erbetta. In questo caso la scelta più semplice sarebbe stata 小草 – Xiǎocǎo, che significa letteralmente “piccola erba”, mentre una versione del nome più assonante sarebbe stata 艾儿 – Àir, dove il carattere 艾  indica anch’esso un tipo di erba. Alla fine, temendo di fare solo confusione, ho lasciato il nome italiano.

3 Il nobile Mao Shuohua (猫说话 – Māo Shuōhuà) è un’idea di Erbetta, che ama i gatti e che ha voluto per Ciambellano il Gatto Parlante.

4 In questa storia mi sono permesso di inventare un chengyu, 四字没意 – sì zì méi yì, e con questa espressione mi riferisco ai chengyu stessi, ma non solo. In molti casi i chengyu sono composti da quattro caratteri poco comuni, difficili da interpretare anche singolarmente e incomprensibili assieme (sia per la pronuncia che per il significato). In effetti, però, non sempre i chengyu sono “quattro caratteri senza senso” (il termine 字 si riferisce a un carattere singolo, nel cinese moderno molte parole sono composte da due caratteri), a volte il senso di un chengyu è facile da capire e a volte i caratteri non sono nemmeno quattro. 

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中秋节 – L’inizio

settembre 22, 2010 at 10:51 PM (Appunti) (, )

“zhōng qiū jié” Festa di Mezzo Autunno

Stanotte è l’equinozio d’autunno e, per una coincidenza, in Cina si festeggia la luna piena e la fine dei raccolti estivi. La tradizione vuole che tutta la famiglia si riunisca per mangiare i dolcetti tipici  (月饼 – yuèbĭng), accendere le lanterne e guardare la luna nel suo pieno e nostalgico splendore. Ho assaggiato una volta i dolci di luna, c’era un tuorlo d’uovo all’interno e un impasto che sembrava fatto di fagioli dolci o castagne. Stasera non ce ne sono, eppure, nel mio piccolo, festeggio l’inizio di questo blog.

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