狼狈为奸 – Il compare del lupo

agosto 28, 2011 at 10:11 PM (Chengyu, Storie di animali) ()

“láng bèi wéi jiān” – Lupo e bei in combutta

Si racconta che, dall’incrocio di un lupo con una volpe, un volta su mille possa nascere un lupastro, un “bei”. Questo animale, che è della specie del lupo, quando nasce diventa per natura il capo del branco. Il bei infatti è un animale molto astuto e vile, la cui intelligenza supera di gran lunga quella dei lupi e delle volpi e gli permette di scappare facilmente agli attacchi degli uomini. Il lupastro però ha le zampe anteriori molto corte mentre le zampe di dietro sono lunghe e, in queste condizioni, non riesce a camminare facilmente. Così, per muoversi ha bisogno di salire in groppa a un lupo, che ha invece le zampe davanti lunghe e quelle posteriori più corte. Il lupo sfrutta l’astuzia del lupastro e questo invece approfitta della forza del lupo. Insieme, il lupo e il lupastro, fanno incredibili malefatte e per questo, fra i tanti modi dire che li riguardano il più conosciuto è “lupo e bei in combutta”.

Nella regione del Monte Changbai, vicino alla Corea, si raccontano molte storie sul lupo e il bei. Fra queste, una delle storie più conosciute è quella de “la saggia anziana che uccide lupo e lupastro”. Si racconta infatti che in quella regione vivesse un cacciatore con la sua famiglia ma, dopo una malattia, il capo famiglia morì e in casa rimase soltanto una saggia donna di più di settanta anni. Una sera arrivò alla casa un animale che somigliava a un lupo ma aveva le zampe davanti troppo corte e quelle posteriori molto lunghe. Lo strano animale si presentò alla donna per avere vendetta e questa gli disse: «Ma io non ti conosco nemmeno, perché mi chiedi vendetta?» L’animale allora disse: «Io sono un bei e, visto che le mie zampe davanti sono così corte, normalmente per camminare salgo sulle spalle di un lupo. Il cacciatore che viveva in questa casa ha ucciso il mio compare lupo e adesso per muovermi faccio molta fatica, perciò devo prendere la mia vendetta contro di te!» Non aveva ancora finito di parlare che l’animale si alzò sulle zampe e si gettò contro l’anziana donna per divorarla. Proprio in quel momento passava fuori della casa un cacciatore che, avendo sentito la donna che parlava con qualcuno, chiese all’anziana chi fosse con lei. Il bei vide l’uomo che si avvicinava e, preso dalla paura, disse alla donna: «Non devi per nessuna ragione dire che sono un bei, se lo fai ti uccido!» L’anziana raccontò al cacciatore che era passato a trovarla un lontano parente ma l’uomo disse: «Com’è che quello che vedo somiglia a un lupo?» Il bei fu preso dalla paura e le gambe posteriori iniziarono a tremargli talmente tanto che non riusciva più a stare in piedi. Allora la donna disse all’animale: «Vedo che non riesci più a stare diritto, bisogna subito legare le tue zampe davanti a un albero perché se le zampe di dietro cedono e cadi per terra non sembrerai affatto un uomo!» Ascoltate queste parole, il bei pensò che ci fosse del senso in ciò che diceva la vecchia e di fretta lasciò che lei gli legasse le zampe all’albero che era in mezzo al cortile. Dopo aver fatto questo, la saggia donna chiamò a gran voce il cacciatore: «Venga di corsa! Qui c’è un lupastro!» Il bei rimase di stucco e capì di essere stato raggirato quando oramai era troppo tardi.

Erbetta: «Giusto per capire, il bei sarebbe quello astuto?»
Traduttore: «Si, ma dall’altra parte c’era una saggia vecchietta, tipo sua Maestà. Il modo di dire “lupo e bei in combutta” si usa per descrivere quando due persone si mettono assieme per combinare delle malefatte.»

Note del Traduttore

La parola che indica questo animale fantastico è “狈 – bèi” mentre il termine per “lupo” è “狼 – láng”. Visto che nella nostra zoologia fantastica non esistono animali simili al bei, nella traduzione ho pensato di usare sia il nome cinese che il termine “lupastro”, non molto corretto forse ma più leggibile.

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鸿鹄之志 – La rivolta dell’anatroccolo

agosto 21, 2011 at 4:07 PM (Chengyu, Storie di re e ministri) (, )

“hóng hú zhī zhì” – L’ambizione del cigno

Durante la dinastia Qin, in quella che è l’odierna contea di Fangcheng, nel Henan, viveva un uomo chiamato Chen Sheng1 che, quando era ancora giovane, assieme ad altri braccianti lavorava la terra delle famiglie benestanti. Un giorno, mentre si riposava fra i campi in una pausa dal lavoro, si mise a riflettere sulla profonda ingiustizia della società sorta sotto la dinastia Qin, che costringeva a lavori forzati senza farsi scrupoli di aggravare sempre più le condizioni di vita della gente comune, oppressa e sfruttata di continuo.

Decise allora che era necessario liberarsi da quella oppressione e cambiare la condizione in cui si trovava. Perciò, rivolto ai suoi compagni di lavoro, disse: «Se in futuro uno di noi dovesse guadagnare ricchezza e prestigio, non deve dimenticarsi dei suoi compagni». Quelli che ascoltavano risero e uno fra loro disse: «Noi che facciamo i braccianti e lavoriamo la terra per conto di altri, quando mai potremmo guadagnare ricchezza e prestigio?» Chen Sheng sospirò e con forza rispose: «Ah, come può un uccellino comprendere l’ambizione del cigno2 di volare in alto, sopra le nuvole!»

Nel primo anno di regno dell’imperatore Er Shi di Qin, Chen Sheng e Wu Guang sollevarono i contadini in rivolta, portando avanti la prima rivolta popolare della storia della Cina. Il nuovo governo fu di breve durata ma, nonostante ciò, mise fine al crudele regno della dinastia Qin.

Traduttore: «Da allora il modo di dire “l’ambizione del cigno” si usa semplicemente per descrivere quelle persone che hanno grandi ambizioni».
Erbetta: «Adesso capisco… tu, mio caro storiellografo, hai l’ambizione dell’anatra!»
Traduttore: «Quella di ribellarmi a una regina crudele e dispotica?»
Erbetta: «No, quella di finire arrosto alla pechinese! Sono mesi che non ti fai vedere!»

Note del Traduttore

1 Chen Sheng (陈胜 – Chén Shèng) fu un capitano dell’esercito di Qin. Trovandosi nella condizione di non poter portare a termine una missione, per evitare la pena capitale guidò assieme a Wu Guang (吴广 – Wú Guǎng) i suoi soldati alla rivolta. Nonostante le forze di cui disponeva all’inizio fossero esigue, presto ottenne l’appoggio di una grande parte della popolazione che viveva da anni sotto l’ oppressione della dinastia Qin. Dopo aver dichiarato la ricostituzione del regno di Chu ed essersi nominato re, Chen Sheng si dimostrò un governante paranoico e presto i suoi generali lo abbandonarono e tradirono. Dopo appena sei mesi di regno Chen Sheng venne assassinato dalla sua guardia personale. La figura del comandante che guida i contadini alla rivolta contro l’oppressione di un regime di nobili e borghesi è stata molto idealizzata da una parte della storiografia cinese e di questo tenore è il ritratto fatto dalla fonte che ho tradotto. Più controversa è la figura che emerge dalle fonti storiche, che lo descrivono come una persona arrogante e attaccata al potere.

2 Il chengyu che fa da titolo a questa storia è una versione, per così dire, ridotta del modo di dire “燕雀安知鸿鹄志 – yànquè ān zhī hónghú zhì”, che corrisponde appunto alla frase “come può un uccellino comprendere l’ambizione del cigno!”.

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