偷了一根绳子 – Il secondo anno

settembre 22, 2012 at 4:51 PM (Storie buffe) (, )

“tōule yī gēn shéngzi” – Rubare una corda

C’era una volta un uomo che, scoperto a rubare, era stato legato a un albero. Un suo conoscente che passava per strada lo vide in quello stato pietoso e chiese: «Perché sei stato imprigionato quaggiù?» L’uomo rispose: «La cattiva sorte mi perseguita!» L’altro allora chiese: «Come ha fatto la cattiva sorte a ridurti così?» L’uomo disse: «Poco fa stavo passeggiando per la strada quando mi sono accorto che per terra c’era una corda abbandonata. Sul momento ho pensato che una corda poteva sempre farmi comodo e così l’ho presa senza esitare. Chi avrebbe immaginato che sarei stato imprigionato in questo modo!» Il conoscente rimase incredulo e disse: «Da quando in qua raccogliere una vecchia corda merita una punizione come la tua?»
L’uomo replicò: «Già, però all’altro capo della corda era legato un piccolo vitello.»

Erbetta: «La morale della storia è che al giorno d’oggi un poveretto non può dedicarsi al riutilizzo, opponendosi al consumismo dilagante, senza essere accusato di abigeato!»
Traduttore: «Certo, e per fortuna sua Maestà è una regina illuminata…»
Erbetta: «Illuminata, infatti! Proprio oggi ho portato le candeline per festeggiare il secondo anno di storielle!»

Note del Traduttore

Questa storiella popolare non è legata a un chengyu, i caratteri che compongono il titolo non sono legati a un modo di dire e in effetti si possono trovare diversi titoli abbinati a questa storia. La prima versione che mi è capitato di leggere è quella che ho trovato sul libro di testo utilizzato nei corsi di cinese della mia città. Il libro è “Il cinese per gli italiani. Vol. 2” della Hoepli, in cui alla fine delle singole unità si trova sempre una storiella in cinese tradizionale e in versione “ridotta”. Dal mio punto di vista, il libro ha pregi e difetti (dialoghi improponibili come solo un corso di lingua può inventare, grammatica un po’ tirata via e scelta dei vocaboli non sempre in linea con la loro utilità…) ma quello delle storielle è senza dubbio un punto a favore.  La versione che riporto, comunque, non è quella del libro ma un collage di quelle trovate su internet (su baidu e in questo altro sito).

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没有草了 – Arte concettuale

dicembre 7, 2010 at 7:00 am (Storie buffe) (, , )

“méi yǒu cǎo le” – Non c’è più l’erbetta

Un giorno, Zhang Wen andò a casa di Li Peng per festeggiare il compleanno di quest’ultimo. Durante la festa, Zhang Wen vide che l’amico sapeva dipingere degli splendidi quadri e così gli chiese: «Li Peng, potresti fare un dipinto anche per me?» L’amico rispose: «Certo, vieni pure a prenderlo il prossimo sabato.»

Quando giunse il giorno concordato, Zhang Wen si recò di nuovo a casa dell’amico e, dopo che questi l’ebbe fatto accomodare, gli chiese: «Il quadro che mi avevi promesso è già completato?» Li Peng rispose: «Certo, è venuto proprio bene!»
L’amico allora disse: «E dov’è? Posso vederlo?»
«È proprio qui,» rispose l’altro indicando una tela completamente bianca.
Zhang Wen replicò con tono stupito: «Ma non l’hai ancora iniziato?»
«No, no, è finito. Ho dipinto una mucca che bruca l’erba.»
«Ma qui non c’è erba!»
«Si vede che è stata mangiata tutta dalla mucca!» rispose Li Peng.
«E la mucca allora dov’è?» insistè Zhang Wen.
«Adesso che non c’è più l’erba, la mucca che vuoi che faccia ancora qui?»

Traduttore: «Non oso sperare che la terribile mucca abbia avuto la meglio della regina, ma in effetti l’erbetta è sparita…»


Note del Traduttore

Questa storia, che non è legata a un modo di dire, vede di nuovo come protagonista Zhang Wen (张文 – Zhāng Wén) e compare assieme a quella del figlio che impara a scrivere. Come pure il pittore Li Peng (李朋 – Lǐ Péng), i personaggi di queste storielle sono del tutto inventati.

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对牛弹琴 – Concerto per bovino

novembre 27, 2010 at 2:56 PM (Chengyu, Storie di animali) (, )

“duì niú tán qín” – Suonare la cetra per una mucca

Durante l’epoca degli Stati Combattenti, viveva un famoso musicista chiamato Gong Mingyi1, che era conosciuto per la sua abilità di compositore e per il grande talento come suonatore della cetra a sette corde2. La sua musica era così bella che le persone venivano da ogni parte della Cina per sentirlo suonare e tutti lo stimavano molto.

Gong Mingyi non amava solo suonare al chiuso ma, quando il tempo lo permetteva, gli piaceva portare fuori il suo strumento e suonare in mezzo alla campagna. Un giorno, in una fresca giornata primaverile, uscì di casa e si sedette sotto un salice, le cui fronde erano mosse da un leggero venticello, mentre poco lontano una mucca pascolava con il capo chino sull’erba. Gong Mingyi guardò la scena con interesse e, dopo aver sistemato lo strumento, iniziò a pizzicarne le corde, dedicando a quella mucca una delle sue più belle composizioni. La vecchia mucca, però, rimase lì indifferente, continuando a brucare l’erba senza curarsi della musica.

Gong Mingyi fu molto deluso dalla reazione dell’animale ma, riflettendo sulla cosa, pensò che forse la mucca non aveva apprezzato la sua musica perchè non aveva scelto un brano adatto. Così, riprese in mano  la cetra ma, questa volta, si mise a suonare un motivo che a volte ricordava il volo di un moscone o di una vespa e a volta imitava il muggito di un bue. Subito la mucca smise di brucare e alzò la testa per osservare il musicista, agitando la coda come per scacciare gli insetti.

Traduttore: «… e alla fine Gong Mingyi riuscì a salvare l’erbetta dalle fauci della terribile mucca. Purtroppo.»
Erbetta: «Mio eroe! »
Traduttore: «Questo modo di dire si usa per indicare chi vuol argomentare con persone che non capiscono nulla o, anche, per dimostrare che ciò che si dice deve essere adatto alla platea a cui si parla.»


Note del Traduttore

1 Informazioni sul periodo degli Stati Combattenti si trovano già in altre storielle, ad esempio in quella del finto musicista. Invece, non ho trovato notizie sul protagonista della storia di oggi, Gong Mingyi (公明仪 – Gōng Míngyí).

2 Il termine qin (琴 – qín) che compare in questo chengyu si riferisce a uno strumento a corda simile alla cetra di cui esistono molte varianti. Nel testo del racconto si parla di “七弦琴 – qī xián qín “, ovvero di una cetra a sette corde conosciuta anche con il nome di guqin, cetra antica. Questo strumento è uno dei più famosi della tradizione musicale cinese e, per avere un’idea di come sia fatto e trovare altre informazioni, rimando a questo sito internet.

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九牛一毛 – Uno storico con le palle

novembre 14, 2010 at 12:40 PM (Chengyu, Storie di re e ministri) (, )

“jiǔ niú yī máo” – Un pelo fra nove buoi

L’imperatore Wu di Han1 sentì parlare delle imprese del generale Li Ling2, che era riuscito a entrare a testa alta con le sue truppe dentro i confini del territorio degli Xiongnu, e ne fu molto soddisfatto. In quel periodo, molti dei cancellieri di corte lodarono a gran voce l’imperatore per la sua saggezza e la capacità di valutare gli uomini, impiegandoli nelle imprese più difficili a seconda delle loro capacità. In seguito, però, Li Ling venne sconfitto e fu costretto ad arrendersi al nemico. La cosa fece infuriare l’imperatore Wu e quei cancellieri che prima lodavano la saggezza dell’imperatore, subito dopo iniziarono a dire che Li Ling era una persona buona a nulla e sleale. A quel tempo, Sima Qian3 era rimasto a fianco dell’imperatore Wu senza dire una parola, ma quando questi gli chiese di esprimere la sua opinione su quello che era accaduto, Sima Qian disse senza giri di parole che il generale Li Ling aveva ai suoi ordini soltanto cinquemila soldati e che combatteva contro ottanta mila cavallieri Xiongnu. Quando l’esercito nemico l’aveva circondato, Li Ling aveva resistito per più di dieci giorni all’assedio, uccidendo più di diecimila dei cavalieri nemici, e perciò era da considerare un generale dalle grandi capacità. Quando alla fine si era ritrovato senza più provviste e senza frecce, con la via di fuga sbarrata dall’esercito nemico, il fatto che avesse scelto di interrompere i combattimenti non era da interpretare come una vera resa ma come la volontà di attendere una nuova occasione per dedicare tutto se stesso al servizio del paese. I suoi meriti erano tali da potergli perdonare la colpa della sconfitta.
L’imperatore Wu ascoltò queste parole in difesa di Li Ling e la critica sarcastica portata nei confronti del generale Li Guangli, parente dell’imperatore, e del suo attacco frontale agli Xiongnu che non aveva portato a nulla. Alla fine, indignato per queste parole, l’imperatore fece imprigionare Sima Qian. L’anno seguente, avendo ricevuto la falsa notizia che il generale traditore stesse addestrando le truppe degli Xiongnu, l’imperatore Wu, senza aver compreso con chiarezza la faccenda, fece uccidere la madre e la moglie di Li Ling. In seguito a ciò, Sima Qian venne accusato di aver provato a mal consigliare il re e la sua condanna fu commutata nella più crudele e umiliante castrazione. Sima Qian venne colpito duramente da una tale caduta in disgrazia e dalla sofferza, al punto che pensò al suicidio; riflettendo sulla cosa, però, capì che la morte di una persona caduta in una posizione così infima come la sua, agli occhi dei ricchi e dei nobili sarebbe apparsa come un pelo caduto fra nove buoi, non solo non avrebbe suscitato compassione ma con probabilità sarebbe stata accolta con battute di scherno. Così, sopportò con determinazione la sua disgrazia, dedicando la sua vita e il suo tempo al difficile e impegnativo compito che si era preposto: terminare la scrittura della sua grande opera, le “Memorie di uno Storico”4. Fra le persone dell’antichità ce ne furono alcune conosciute per il loro grande corraggio e anche per la profonda saggezza, Sima Qian faceva parte di queste. Lui sapeva che, nel suo tempo, la morte di una persona dalla sua posizione sociale e senza una reputazione era considerata quanto quella di un cane, perciò con grande coraggio continuò a vivere e alla fine riuscì a terminare le “Memorie di uno Storico”, una grande opera storica senza precedenti. Sima Qian raccontò questa sua esperienza, che era stato capace di portare a buon fine, al suo buon amico Ren An. Le persone in seguito lessero le sue parole nella lettera all’amico in cui parlava di un “un pelo caduto fra nove buoi” e le fecero diventare il chengyu “un pelo fra nove buoi”, per indicare con questa espressione che alcune cose o persone di talento si trovano disperse fra la maggior parte delle altre, proprio come un singolo pelo fra nove buoi.

Traduttore: «…e così questo modo di dire si usa per indicare qualcosa di piccolo e trascurabile, come una goccia nel mare.»
Erbetta: «Piccolo e trascurabile…»
Traduttore: «A cosa sta pensando, mia regina? Non mi piace quello sguardo…»
Erbetta: «Ma hai visto che poi lo storiellografo ha fatto un buon lavoro! Magari vale la pena provare… »
Traduttore: «Ma nemmeno per sogno!»


Note del Traduttore

1 L’imperatore Wu di Han è stato oggetto di una nota in quest’altra storiella. La storia di oggi mette in luce gli aspetti negativi di questo imperatore, spesso crudele e eccessivo nelle sue punizioni. Sembra che alla base della condanna di Sima Qian ci fosse anche l’insoddisfazione per come lo storico aveva descritto nelle sue memorie l’imperatore, considerato paranoico e superstizioso.

2 Li Ling (李陵 – Lǐ Líng) era il nipote del generale Li Guang (il “generale volante” di cui abbiamo parlato in quest’altra storiella), e venne avviato fin da giovane alla carriera militare, per la quale dimostrava una notevole capacità. Durante la guerra contro la popolazione Xiongnu, mal sopportando di fare da scorta per il generale Li Guangli (李廣利 – Lǐ Guǎnglì), cognato dell’imperatore, Li Ling chiese e ottenne di poter guidare una forza di elite all’assalto delle truppe nemiche. La battaglia, avvenuta nel 99 a.C. e di cui si parla anche in questa storia, dimostrò le grandi capacità di condottiero di Li Ling, che però dovette cedere di fronte alla differenza di forze e alla mancanza di rifornimenti e di frecce. Poco tempo dopo si scoprì che Li Ling si era arreso e iniziarono a circolare voci sul suo tradimento. Un anno più tardi, di ritorno da una missione che aveva lo scopo di liberare Li Ling e riportarlo in patria, il responsabile della missione riportò un prigioniero Xiongnu. Questi riferì che Li Shaoqing (questo era il nome di cortesia di Li Ling) addestrava le truppe degli Xiongnu. Quando l’imperatore seppe questa cosa, fece uccidere tutti gli appatenenti al clan Li. In seguito si dimostrò che l’accusa si riferiva a un altro uomo con lo stesso cognome e lo stesso nome di cortesia (un po’ come in questa storiella di Zengzi).
Dopo la sua resa, il re degli Xiongnu, ebbe un trattamento di riguardo per il generale sconfitto, facendogli sposare la figlia e elevandolo a una posizione pari a quella del suo consigliere (anch’esso un traditore dell’impero Han). Li Ling visse i successivi venti anni con gli Xiongnu, aiutandoli nella guerra contro l’impero Han e rifiutandosi di tornare in patria anche in seguito alla morte dell’imperatore Wu.

3 Sima Qian (司马迁 – Sīmǎ Qiān) fu, come suo padre, un Grande Scrivano della dinastia Han e lavorò a corte come astrologo e consigliere. Oltre a una importante riforma del calendario, Sima Qian passò alla storia soprattutto per la sua opera principale, le “Memorie di uno Storico”, che hanno rappresentato le fondamenta di tutta la storiografia cinese successiva. In seguito allo scandalo per la resa del generale Li Ling, amico di cui aveva preso le parti, Sima Qian venne condannato a morte ma la pena venne in seguito commutata. Non avendo abbastanza denaro per pagare la commutazione del suo crimine, Sima Qian fu costretto a subire la castrazione e a passare i successivi tre anni in prigione. In seguito, continuò a vivere a palazzo come eunuco, sopportando l’umiliazione per poter completare la sua grande opera storiografica. Di ciò è rimasta testimonianza nelle lettere scambiate con l’amico Ren An (任安 – Rèn Ān) . Alcuni secoli più tardi, i discendenti di Sima Qian arrivarono al potere e, alla fine del periodo dei Tre Regni, furono i fondatori della dinastia Jin.

4 Le “Memorie di uno Storico” (史记 – Shǐjì), scritte fra il 109 e il 91 a.C. da Sima Qian su spinta paterna, sono considerate le fondamenta della storiografia cinese, con un’influenza enorme sugli storici successivi (paragonabile a quella avuta in occidente dall’opera di Erodoto). Il testo ripercorre la storia della Cina attraverso le biografie dei personaggi dell’epoca, dal tempo dell’Imperatore Giallo fino all’imperatore Wu di Han, sotto il cui regno l’opera è stata scritta. Fra queste biografie si trovano non solo quelle dei regnanti ma anche quelle di nobili, amministratori e figure di primo piano di ogni era analizzata, con particolare attenzione ai periodi delle Primavere e Autunni e degli Stati Combattenti.  La cura nella ricerca delle fonti, fra annali, antichi testi e registri e i viaggi compiuti per conoscere di persona i fatti, rendono quest’opera la prima nel suo genere e una testimonianza storica fondamentale.

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