画龙点睛 – Occhio al Drago!

gennaio 23, 2012 at 11:09 PM (Chengyu, Storie buffe) (, )

“huà lóng diǎn jīng” – Dipingere un drago e colorarne gli occhi

Al tempo della dinastia Liang, nel periodo delle dinastie del Nord e del Sud, viveva un pittore di grande fama chiamato Zhang Sengyou, la cui abilità nel dipingere era superba. L’imperatore Wu di Liang, che all’epoca regnava sul paese ed era un fervente sostenitore del Buddismo, fece costruire molti templi e in ognuno di questi chiese a Zhang Sengyou di dipingere qualcosa.

Si racconta che, un anno, l’imperatore Wu di Jiang chiese a Zhang Sengyou di realizzare quattro dragoni d’oro sulle pareti del Tempio della Pace e della Felicità, nella città di Jinling. Il pittore seguì l’ordine e in appena tre giorni completò l’opera. I dragoni del dipinto apparivano quasi come reali, splendidi e somiglianti, e vividi come dei veri draghi.

Una volta terminato il dipinto, molte persone accorsero per ammirarlo e tutti fecero grandi lodi alle qualità e al realismo dell’opera. Però, quando le persone si avvicinavano per osservare da vicino il dipinto, si accorgevano che a ognuno dei quattro draghi non erano stati colorati gli occhi. Uno dopo l’altro tutti chiedevano al pittore di rimediare a quel dettaglio mancante. Zhang Sengyou spiegò la cosa dicendo: «Dipingere gli occhi è una cosa facile da farsi. Se però coloro gli occhi a questi draghi, loro romperanno il muro e prenderanno il volo.»

Tutti quelli che ascoltarono queste parole restarono increduli e pensarono che una simile spiegazione fosse assurda, come potevano dei dragoni dipinti su una parete prendere il volo? Così, alla lunga, molti arrivarono  alla conclusione che il pittore stesse mentendo.

Zhang Sengyou non riuscì a trovare un modo per evitare la cosa e si trovò costretto a dipingere gli occhi. Quel giorno, di fronte alle pareti del tempio, si raccolse un gran folla di persone. Zhang Sengyou, di fronte a tutta quella gente, sollevò il pennello e con leggerezza dipinse gli occhi a due dragoni. A quel punto avvenne davvero una cosa incredibile, non appena gli occhi furono completati d’improvvisero il cielo si coprì di nubi, si alzarono forti venti da ogni direzione e fulmini si abbatterono ovunque. In mezzo ai lampi, le persone videro che i due draghi avevano spaccato il muro su cui si trovavano e si erano alzati in volo, con le fauci spalancate e gli artigli minacciosi, cavalcando le nuvole sopra le loro teste.

Dopo poco tempo, le nubi si diradarono e la giornata tornò ad essere luminosa. Le persone erano tutte esterrefatte e nessuno riusciva a dire una sola parola. Nella parete in cui si trovavano i quattro animali rimanevano solo i due dragoni a cui non erano stati dipinti gli occhi mentre non c’era più traccia degli altri due.

Traduttore: «Da allora questo modo di dire si usa per indicare quegli ultimi tocchi che rendono uno scritto o un’opera d’arte davvero vividi ed efficaci.»
Erbetta: «Caro il mio storiellografo, lo sai che è passato un anno dall’ultima storia?»
Traduttore: «Sua Maestà si riferisce al fatto che oggi è capodanno? Infatti inizia l’anno del Drago, auguri!»
Erbetta: «Ah! Oggi è di nuovo capodanno? Allora sono due anni dall’ultima storia! La tua punizione sarà terribile…»

Note del Traduttore

Zhang Sengyou (张僧繇 – Zhāng Sēngyóu) fu un famoso pittore della dinastia Liang (梁朝 – Liáng cháo) vissuto all’epoca dell’imperatore Wu (梁武帝 – Liáng Wǔ dì), fra il 490 e il 540 d.C..

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饺子的食谱 – Una medicina appetitosa

febbraio 23, 2011 at 10:54 PM (Ricette) (, )

“jiǎo zi de shí​ pǔ​” – La ricetta dei ravioli

È arrivato il momento per una seconda ricetta1 e, come promesso in occasione del Capodanno, questa volta si tratta dei famosi ravioli cinesi, i jiaozi (饺子 – jiǎozi).

Secondo la tradizione, la nascita di questo piatto è molto antica ed è legata a una storia. Si racconta infatti che a inventare i ravioli sia stato un famoso medico vissuto al tempo della dinastia Han Orientale e chiamato Zhang Zhongjing2. Secondo la leggenda, questo abile dottore era stato governatore della provincia di Changsha e aveva sempre curato gli ammalati. Un anno in cui sulla provincia si era abbattuta una terribile epidemia, Zhang Zhongjing aveva fatto disporre un grosso calderone fuori dalla porta dell’ufficio del governo e aveva preparato una medicina per aiutare la popolazione, guadagnando la fiducia e l’affetto di quella gente.

Quando terminò il suo incarico, Zhang Zhongjing si ritirò a vita privata nel suo paese natale, arrivando proprio in occasione del solstizio d’Inverno. Mentre camminava sulla riva del fiume, vide che molta povera gente soffriva affamata il freddo dell’inverno e aveva le orecchie gelate e in gravi condizioni. Le persone che erano state colpite dai danni del freddo erano moltissime e Zhang Zhongjing decise che avrebbe fatto qualcosa per alleviare quelle sofferenze. Tornato a casa, si rese conto che le persone alla ricerca di un medico erano troppe e che non sarebbe riuscito a curarle tutte da solo, ma aveva sempre di fronte agli occhi l’immagine di tutte quelle povere persone con le orecchie ferite dal freddo. Così decise di seguire lo stesso metodo utilizzato a Changsha, chiamò i suoi discepoli e ordinò loro di preparare un campo medico su un terreno inutilizzato di Nanyang. A quel punto, fece disporre un grande calderone e il giorno stesso del solstizio d’Inverno iniziò a distribuire la medicina ai poveri.

Zhang Zhongjing aveva messo a punto una medicina chiamata “zuppa delle delicate orecchie contro il freddo”. Questo rimedio era stato realizzato facendo cuocere della carne di montone assieme a dei preparati medicamentosi. Una volta cotti a dovere questi ingredienti, Zhang Zhongjing li aveva tolti dal fuoco, li aveva quindi sminuzzati e aveva riempito delle sfoglie fatte di farina e acqua. A quel punto, aveva chiuso la pasta dell’involucro dandogli la forma di un orecchio e aveva messo questi ravioli a cuocere di nuovo nel calderone.

A ogni persona ammalata, il dottore fece dare una scodella di zuppa e due ravioli. Appena le persone mangiavano il rimedio, subito sentivano il corpo che riprendeva calore. Le orecchie ferite si scaldavano e con il calore arrivava anche il sollievo dal dolore. In questo modo la povera gente riuscì a guarire e a superare l’inverno.

L’effetto della cura di Zhang Zhongjing continuò fino alla fine dell’anno e, quando arrivarono i festeggiamenti per l’anno nuovo, le persone decisero di celebrare anche la guarigine dalla malattia e fecero un cibo che aveva la stessa forma di quella medicina che li aveva curati. Da allora la tradizione vuole che la sera prima di Capodanno le famiglie si riuniscano per preparare i ravioli, che hanno preso appunto il nome di “饺耳 – jiǎo’ěr” e poi di “饺子 – jiǎozi” dalle “delicate orecchie” (娇耳 – jiāo’ěr) di Zhang Zhongjing.

Un’altra tradizione vuole invece che il nome derivi dalla forma a “corno” di questi ravioli, termine che si dice appunto “角 – jiǎo”. Si dice anche che mangiare questi ravioli sia di buon auspicio per ottenere soldi (una delle monete più comuni era chiamata appunto jiao).

Venendo alla ricetta, la versione che riporto è quella che mi ha insegnato una mia amica, ma le possibili varianti sono molte e le dosi sono solo indicative. In ogni caso, approfitto di questa occasione per ringraziare Qi di tutte le nostre chiaccherate, che immancabilmente finiscono su argomenti culinari.

Ingredienti

Per la pasta dell’involucro

3 tazze di farina;
1 tazza di acqua;

Per il ripieno

200 grammi di carne di maiale macinata
2 cipollotti verdi
20 grammi di zenzero
50 grammi di gamberetti
1 cucchiaio di olio di sesamo
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di vino da cucina
sale e pepe quanto basta

Ricetta

  1. Impastare la farina con l’acqua, aggiungendola poco alla volta fino a quando non si ottiene un impasto abbastanza compatto e maneggiabile (un po’ come quando si prepara l’impasto per il pane). Lasciare riposare sotto un telo umido per una ventina di minuti.
  2. Dopo aver tagliato finemente i cipollotti e lo zenzero, mescolare gli ingredienti del ripieno tutti assieme.
  3. Dalla pasta dell’involucro fare delle piccole palle di impasto e schiacciarle sul piano di lavoro infarinato. Stendere l’impasto, anche con l’aiuto di un mattarello, fino a formare dei dischi dello spessore di 0.5-1 mm e di circa 5-6 cm di diametro.
  4. Disporre al centro di un disco di pasta un cucchiaino abbondante di ripieno, piegare il bordo esterno del disco e chiudere il raviolo (questo è più facile a dirsi che a farsi ma non saprei come spiegarlo meglio a parole, in rete comunque si trovano molti filmati che mostrano la tecnica di chiusura).
  5. La cottura può essere fatta sia a vapore che in una pentola di acqua bollente o in padella. Nel caso più comune in cui si facciano bollire, la tecnica consiste in: a) Immergere i ravioli nell’acqua bollente; b) Quando i ravioli salgono a galla, aggiungere una mezza tazza di acqua fredda (il bollore dell’acqua si interrompe e i ravioli affondano di nuovo); c) Aspettare che l’acqua ricominci a bollire e che i ravioli tornino a galla una seconda volta, a quel punto aggiungere un’altra mezza tazza di acqua fredda; d) Ripetere l’operazione precedente una terza volta e quando i ravioli risalgono a galla sono pronti. La cottura in padella si svolge invece: a) Scaldando l’olio e mettendo i ravioli quando è caldo; b) Aggiungendo un mezzo bicchiere d’acqua, stando attenti a coprire subito la padella con un coperchio; c) Ripetendo l’aggiunta di acqua per altre due volte. I ravioli cotti in questa maniera presentano una forma più schiacciata e un lato piatto e abbrustolito, che corrisponde alla superficie a contatto della padella. Per questo motivo vengono di solito chiamati “锅贴 – guōtiē”, che significa “attaccati al tegame”.
  6. I ravioli si possono mangiare accompagnati da aceto, salsa di soia o olio al peperoncino, a seconda dei gusti.

Note del Traduttore

1 Le dosi della ricetta sono date a occhio, per circa quattro persone, ma suggerisco a chi si vuole cimentare di controllare le proporzioni. Fare l’impasto di farina e acqua è comunque abbastanza facile e veloce, si può regolare la quantità di acqua o di farina fino a raggiungere la consistenza voluta. Nel caso il ripieno dovesse essere troppo si può conservare e fare dell’altro impasto il giorno dopo. Fra gli ingredienti che ho indicato, che sono quelli più classici, si può fare tranquillamente a meno dei gamberetti e dell’olio di sesamo, mentre volendo si possono aggiungere dell’aglio, dei funghi o delle altre verdure come i porri o del cavolo cinese. Esistono anche versioni fatte con le uova, o altri tipi di carne, e anche delle versioni con un ripieno dolce.

2 Zhang Zhongjing (张仲景 – Zhāng Zhòngjǐng) fu un famoso medico e fisiatra vissuto fra il 150 d.C. e il 219 d.C.. Le fonti dicono che sia nato nella città di Nanyang (南阳 – Nányáng) e che abbia poi ricoperto una posizione di funzionario nella città di Changsha (长沙 – Chángshā), nella Cina centro-meridionale.

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恭喜发财 – Buon anno del coniglio!

febbraio 3, 2011 at 1:41 PM (Appunti) (, , )

“gōng xǐ fā cái” – Congratulazioni e prosperità

Oggi è il primo giorno del nuovo anno, almeno secondo la tradizione cinese, e si festeggia la Primavera, “春节 – Chūn jié”. Ci sono diversi modi per augurare buon anno, il più semplice è “新年快乐 – xīnnián kuàilè”, ovvero “felice anno nuovo”, ma una forma più tradizionale è quella con cui ho intitolato questo appunto.

In Cina questa è la festa più importante dell’anno, paragonabile a quello che per noi è il Natale, e in questa occasione tutte le famiglie si riuniscono (con migrazioni di massa che fanno impallidire quelle bibliche) e l’intero paese si ferma (o, almeno, chi può permetterselo) per quindici giorni di festeggiamenti, al termine dei quali si svolge la festa delle Lanterne.

La tradizione vuole che in occasione del Capodanno si regalino ai più giovani delle “buste rosse”1 (红包 – hóngbāo) che contengono soldi, pochi o tanti a seconda degli usi locali e delle tasche delle famiglie. Nel nord della Cina un’altra tradizione vuole che la sera della vigilia di Capodanno, che prende il nome di “除夕 – chú xī”, si preparino i ravioli per poi mangiarli alla mezzanotte come augurio di buona fortuna. Ho anche già raccontato dell’abitudine di preparare almeno un piatto di pesce, ma i cibi tipici sono moltissimi e cambiano molto da regione a regione.

Lasciando per ora l’ambito culinario (vedrò di postare in un prossimo futuro la ricetta dei “饺子 – jiǎozi”, i ravioli), mi sarebbe piaciuto scrivere una storia in tema con il Capodanno ma non ho trovato niente all’altezza della situazione e così, visto che oggi si festeggia l’anno del coniglio e il primo giorno della luna nuova, ho pensato di raccontare la leggenda del coniglio sulla luna.

Note del Traduttore

1 Il rosso è il colore che nella cultura cinese è abbinato alla prosperità ed è sempre presente nelle feste più importanti e nei matrimoni.

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年年有余 – Buon anno!

gennaio 1, 2011 at 11:47 am (Appunti) (, )

“nián nián yǒu yú” – Ogni anno qualcosa in più

In Cina è tradizione che la vigilia di Capodanno si prepari almeno un piatto di pesce, che però non va mangiato ma deve avanzare per il giorno dopo. Il motivo di questa usanza è legato a un modo di dire, un augurio. In occasione del Capodanno è infatti tradizione augurare che “di anno in anno si possa avere qualcosa in più”, ovvero “年年有余”. Ma la parola “余 – yú”, che significa appunto “surplus”, si pronuncia esattamente come la parola “鱼 – yú”,  “pesce”, e da questo gioco di parole nasce l’usanza di conservare del pesce per l’anno nuovo.

Come per noi le lenticchie e l’uva, in Cina mangiare del pesce il primo dell’anno è un buon auspicio per guadagnare di più e soprattutto per avere un anno migliore di quello appena trascorso.

È passata una settimana dall’ultima storiella, qualche giorno in più rispetto a quello che era mia intenzione, e sono ancora molte le cose che non sono riuscito a fare. Una cosa però l’ho fatta, mi sono riposato e divertito con amici e parenti. Adesso il lavoro incombe di nuovo, con anche gli arretrati, ma non mancheranno nemmeno le storielle… e qualche giorno di riposo in più!

Buon anno e tanto pesce per tutti!

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