百发百中 – Il terrore dei salici

novembre 20, 2011 at 10:41 PM (Chengyu, Storie di re e ministri) ()

“bǎi fā bǎi zhòng” – Cento colpi, cento centri

Su Li1 fu, all’epoca degli Stati Combattenti, un abile diplomatico e un esperto di affari politici. Un giorno Su Li venne a sapere che il gran generale Bai Qi2 del regno di Qin si apprestava a condurre in guerra l’esercito contro la capitale del regno di Wei, Daliang3. Se Daliang fosse stata occupata dalle forze di Qin, la famiglia reale dei Zhou Orientali4, che si trovava vicino, sarebbe stata in pericolo. Così, Su Li si recò dal regnante dei Zhou e gli disse: «In questi anni Bai Qi ha sconfitto i regni di Han, di Zhao e altri ancora, e ha preso il controllo su un vasto territorio. Adesso ha intenzione di condurre le truppe contro Daliang e se anche questa capitale dovesse cadere, la famiglia reale si troverebbe in grave pericolo! Lei deve trovare un modo per fermare l’esercito di Bai Qi.» Così, il regnante dei Zhou inviò Su Li nel regno di Qin e questi raccontò a Bai Qi la seguente storia:

Tanto tempo fa, nel regno di Chu, viveva un uomo chiamato Yang Youji che era un grande esperto nel tiro con l’arco. Lui era in grado, stando a cento passi di distanza da un salice, di scoccare le sue frecce e con ogni colpo centrare una foglia del salice. Cento volte lasciava partire il colpo e cento volte faceva centro. Le persone che osservavano la scena lodavano enormemente l’abilità di quell’arciere ma, una volta, un uomo che passava di lì per caso disse: “Io potrei insegnargli come si fa a tirare con l’arco.”
Yang Youji sentì queste parole e in cuor suo si sentì a disagio, perciò disse: “Tutti lodano la mia abilità con l’arco, tu invece sostieni di poter insegnare a me come si fa, perché allora non vieni qui al mio posto e provi a colpire le foglie del salice?”
L’altro uomo disse: “Io non posso certo insegnare a te la tecnica del tiro con l’arco, come si tende il braccio sinistro e come si piega il destro. Però, ti sei mai fermato a pensare che, quando colpisci le foglie del salice cento volte su cento tiri, non fai attenzione al tuo respiro. Dopo poco sei completamente stanco e non centreresti più nemmeno una foglia. In questo modo perdi completamente tutto ciò che hai guadagnato con i tuoi sforzi.”

Dopo che ebbe finito di raccontare questa breve storia, Su Li riprese il discorso dicendo: «Voi avete già sconfitto il regno di Han, il regno di Zhao e molti altri, conquistando in questo modo un vasto territorio e guadagnando grande onore. Adesso ti è stato ordinato di portare le truppe in guerra, attraversando i territori della famiglia reale dei Zhou Orientali per attaccare Daliang. Se però questa volta tu non dovessi ottenere la vittoria, perderesti completamente tutto ciò che hai guadagnato con i tuoi sforzi. Sarebbe perciò meglio che raccontassi di essere malato e che non inviassi all’attacco le truppe.»
Bai Qi, ascoltato ciò, si mise a ridere e disse: «Sono in grado di spazzare via tutto ciò che mi si pone d’avanti, per cento battaglie, cento vittorie, come potrei non vincere?»
Così, non seguendo ciò che gli chiedeva Su Li, portò l’esercito in battaglia contro il regno di Wei e ottenne una vittoria schiacciante, riuscendo a conquistare decine di città del regno di Wei.

Erbetta: «La morale di questa storia è che tu farai la fine di quel salice, lo sai, vero?»
Traduttore: «Beh, in realtà questo modo di dire si usa per indicare un lavoro portato avanti con grande precisione.»
Erbetta: «Appunto, è quello che farà anche il boia di corte!»

Note del Traduttore

1 Non ho trovato altre notizie riguardo a Su Li (苏厉 – Sū Lì) ma in compenso ho trovato una versione diversa della storia. Sono abbastanza sicuro di aver tradotto correttamente la prima versione che riporto, anche se la seconda mi sembra abbia più senso. In ogni caso trascrivo anche la seconda qui di seguito, dopo le note.

2 Bai Qi (白起 – Bái Qǐ) fu uno dei più grandi generali del regno di Qin, conosciuto come “macellaio di uomini” (人屠 – rén tú) per aver ammazzato nelle varie campagne militari quasi novecento mila soldati nemici. Morì, imbattuto, nel 257 a.C..

3 Daliang (大梁 – Dàliáng), capitale del regno di Wei durante il periodo degli Stati Combattenti, corrisponde all’attuale città di Kaifeng nella provincia del Henan.

4 Ricordo che durante il periodo degli Stati Combattenti la dinastia regnante, ovvero la dinastia dei Zhou Orientali, era solo formalmente al potere. Il controllo del territorio era infatti diviso fra diversi regni feudali che riconoscevano l’autorità della dinastia Zhou ma che erano sostanzialmente indipendenti. Alla fine del periodo degli Stati Combattenti, dopo che il regno di Qin ebbe sconfitto tutti gli altri regni, la Cina fu per la prima volta riunita sotto il controllo di un imperatore, che aveva potere (non solo formale) su tutto il territorio.

Versione alternativa

Il famoso generale Bai Qi del regno di Qin si apprestava a guidare l’esercito contro il regno di Wei. Viveva allora un uomo chiamato Su Li, abile diplomatico, che dopo aver saputo la cosa, si recò con urgenza dal monarca della dinastia Zhou e lo mise in guardia dicendo: «Se il regno di Wei dovesse cadere sotto il controllo del regno di Qin, la vostra posizione diventerebbe pericolosa.» A quel tempo, anche se i regnanti della dinastia Zhou erano chiamati “figli del Cielo”, non avevano nessun autorità amministrativa. Se il regno di Wei fosse stato sconfitto dal regno di Qin, quest’ultimo avrebbe acquisito un potere ancora più grande e, di conseguenza, anche la capacità di imporre il proprio potere sul monarca dei Zhou sarebbe diventata maggiore. L’imperatore dei Zhou chiese a Su Li il da farsi e questi suggerì al monarca di inviare immediatamente un uomo da Bai Qi per persuaderlo a interrompere l’attacco. Inoltre, disse di raccontargli questa storia:

Nel regno di Chu viveva un famoso arciere chiamato Yang Youji. Questo uomo, che fin da giovane superava chiunque in coraggio e forza, con l’esercizio divenne un maestro nel tiro con l’arco. A quel tempo viveva anche un coraggioso guerriero chiamato Pan Hu ed era anch’egli un arciere molto abile. Un giorno i due uomini si trovarono su un campo per competere nel tiro con l’arco e molte persone si misero attorno a osservare. Il bersaglio venne messo a cinquanta passi di distanza, qui fu appesa una placca con sopra disegnato un cuore. Pan Hu tese il rigido arco e una dopo l’altra scoccò tre frecce che andarono a colpire il centro del bersaglio, guadagnandosi un grido di acclamazione da parte della gente che osservava la sfida. Pan Hu, molto orgoglioso di sé, si rivolse a Yang Youji allargando le braccia, con un gesto che voleva esprimere l’invito a fare di meglio, se era possibile. Yang Youji si guardò un po’ attorno e poi disse: «Per colpire un cuore a cinquanta passi non serve molta abilità, il bersaglio è troppo vicino e anche troppo grande, piuttosto val la pena di colpire una foglia di salice a cento passi di distanza!» Detto ciò, indicò un salice che si trovava a cento passi da lui e disse a un uomo di scegliere una delle foglie dell’albero, facendoci un segno con il colore rosso. A quel punto, tese il suo arco e con uno scocco fece partire una freccia che attraversò con pecisione il bersaglio disegnato sulla foglia di salice. Le persone che erano nel campo rimasero tutte a bocca aperta, lo stesso Pan Hu non credeva di poter fare altrettanto e, convinto che Yang Youji non potesse riuscire di nuovo nell’impresa di centrare una foglia, camminò fino al salice, scelse tre foglie dell’albero e le numerò con i colori. Dopo di ché, chiese a Yang Youji di colpire quelle foglie nell’ordine in cui le aveva colorate. Yang Youji si avvicinò di alcuni passi, osservò le foglie colorate e si allontanò di nuovo a cento passi di distanza. Tese l’arco e, “scoc”, “scoc”, “scoc”, fece partire tre frecce che centrarono una dopo l’altra i tre bersagli. Un boato si sollevò in acclamazione e anche Pan Hu si convinse della superiorità dell’avversario. A quel punto, però, in mezzo alle grida di acclamazione, un uomo che si trovava vicino a Yang Youji disse con tono distaccato: «Beh, anche se riesce a centrare una foglia a cento passi di distanza, potrei insegnargli qualcosa riguardo al tiro con l’arco.» Come Yang Youji sentì queste parole, dette ad alta voce, non poté fare a meno girarsi verso quell’uomo e arrabbiato disse: «Come pensi di poter insegnare a me a tirare con l’arco?» L’altro uomo tranquillo rispose: «Io di certo non vengo a spiegarti come piegare l’arco e scoccare le frecce, però posso metterti in guardia su come proteggere la tua reputazione di arciere. Tu hai mai pensato che, se per caso dovessi rimanere senza forze, basterebbe una freccia che non colpisce il bersaglio per farti perdere la reputazione di chi, con cento colpi, fa cento centri? Un arciere dalle grandi capacità deve fare attenzione a proteggere la propria reputazione!» Yang Youji ascoltò questo discorso, capì che l’uomo aveva ragione e per questo lo ringraziò più e più volte.

L’uomo che era stato inviato dall’imperatore dei Zhou raccontò a Bai Qi questa storia, nel modo esatto con cui l’aveva detta Su Li. Dopo che Bai Qi ebbe ascoltato questo racconto, decise che per proteggere la sua reputazione di generale da cento battaglie e cento vittorie non poteva andare in guerra senza dei lunghi preparativi. Perciò disse di essere ammalato e fece fermare l’attacco contro il regno di Wei.

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