狐假虎威 – La regina degli animali

novembre 11, 2010 at 10:27 am (Chengyu, Storie di animali, Storie di re e ministri) (, )

“hú jiǎ hǔ wēi” – La volpe sfrutta l’autorità della trigre

Il re Xuan di Chu1 chiese un giorno ai suoi ufficiali di corte: «Ho sentito dire che i regni del nord temono molto il nostro generale Zhao Xixu, stanno davvero così le cose?» Fra gli ufficiali nessuno sapeva come rispondere e allora si fece avanti Jiang Yi che iniziò a raccontare una storia.

Un giorno, una tigre affamata era a caccia nella foresta quando alla fine riuscì a catturare una volpe. Mentre la tigre stava già per far un boccone della sua preda, la volpe disse: «Come osi mangiarmi? Io sono la regina della foresta e l’Imperatore Celeste2 in persona mi affidato questo incarico! Se adesso ti cibassi della mia carne, sarebbe come disubbidire a un ordine del Cielo e saresti punita in modo terribile!»

La tigre ascoltò questi discorsi ma, rimasta scettica, chiese: «Se tu sei davvero la regina di queste parti, come mai non ne ho mai sentito parlare?» La volpe approfittò dell’incertezza della tigre per ribattere: «Se non mi credi, sono disposta a dimostrarti che le cose stanno come ti ho detto. Facciamo così, adesso io mi inoltro nella foresta per fare un giro e tu mi segui. Allora vedrai con i tuoi occhi se gli animali che incontrerò avranno il coraggio di non scappare quando mi vedranno.» La tigre valutò la proposta e pensò che in quel modo avrebbe in effetti verificato se quanto detto dalla volpe era vero.

Così i due animali si inoltrarono nella foresta. Con la volpe che camminava avanti e la tigre pochi passi più indietro, ogni animale che incrociava la loro strada  scappava a gambe levate. A poco, a poco, la tigre iniziò a credere che la volpe avesse detto la verità. Non avendo capito che gli altri animali scappavano impauriti dalla sua presenza, pensò che avessero davvero timore di una volpe.

Finita la storia, Jiang Yi disse al re Xuan: «I domini di vostra maestà si estendono per un raggio di mille miglia, sotto il controllo di milioni di soldati al comando di Zhao Xixu. Di conseguenza, i regni del nord temono il vostro generale perché in realtà hanno paura del vostro esercito e del vostro potere, allo stesso modo in cui gli animali della foresta avevano paura della tigre.»

Traduttore: «Questo modo di dire si usa per indicare una persona che sfrutta le sue conoscenze per intimidire gli altri.»
Erbetta: «Dimmi la verità, mio saggio traduttore, da quando sei a corte hai approfittato spesso del mio nome?»
Traduttore: «Ogni volta che ho potuto, peccato che non abbia mai funzionato!»
Erbetta: «Strano, quando io davo il tuo ai creditori non ho mai ricevuto lamentele.»

Note del Traduttore

1 Il regno di Chu è già comparso in alcune storielle qualche tempo fa, per esempio in questa (la storia della tigre e della volpe è ripresa dallo stesso testo di Han Feizi). Il re Xuan di Chu (楚宣王 – Chǔ Xuān wáng), il generale Zhao Xixu (昭奚恤 – Zhāo Xīxù) e l’ufficiale di corte Jiang Yi (江一 – Jiāng Yī) furono personalità illustri di questo regno e vissero attorno al 350 a.C..

2 L’Imperatore Celeste, conosciuto anche con il nome di Imperatore di Giada (玉皇 – Yù Huáng), è la divinità del Taoismo che governa il Cielo, inteso in questo caso come il paradiso degli immortali, ed una delle figure più importanti nella mitologia tradizionale cinese. Gli antichi cinesi credevano in una divinità onnipotente, un essere supremo e monoteistico chiamato Shangdi (上帝 – Shàngdì). Durante la dinastia Zhou, il nome “天 – Tiān”, Cielo o Paradiso, divenne sinonimo di Shangdi. A quel periodo risale anche la prima espressione del concetto di “Mandato Celeste” (天命Tiān mìng) dell’imperatore, ovvero della sua investitura da parte del Cielo. Questa investitura, a differenza di quanto accadeva in altre culture, non era però incondizionata e il mandato poteva essere revocato, a quegli imperatori che si comportano in maniera dispotica, per essere poi dato a un governante più giusto. Disastri naturali e povertà venivano di conseguenza interpretati come un segno dello sfavore del Cielo nei confronti dell’imperatore.

Questa storiella è stata la prima che ho tradotto e la dedico al piccolo Oscar, nato pochi giorni fa e figlio del mio insegnante di allora.

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